Asia,  Viaggi letterari

Le vite nascoste dei colori

“Portiamo nel corpo il colore di chi ci ha dato la vita, ereditiamo una parte di quella sfumatura, la possiamo persino contrarre, come una malattia. Basta anche soltanto stare insieme, condividere una casa, del cibo, un progetto di vita.”
– Laura Imai Messina

Appena ho finito di leggere il libro “Le Vite Nascoste dei Colori“, un mare di emozioni si è scatenato dentro di me: gioia, tristezza, nostalgia e serenità… 

Non mi accade con tutti i libri, ma quando succede, i sentimenti diventano invadenti e controllarne la direzione, che sia verso gli occhi, la mente o il cuore, diventa una sfida.
Ho particolarmente apprezzato il contesto in cui si sviluppa la storia, anche grazie al mio amore per il Giappone, per le sue tradizioni e la sua cucina. 

Laura Imai Messina mi ha dato accesso a un universo incredibile e mi ha dato l’opportunità di conoscere da vicino dei personaggi con i quali mi sono identificata fin da subito.

Ho potuto passeggiare per le strade di Kamakura, situata a circa 50 km a sud-ovest di Tokyo, e ammirarne i paesaggi naturali e le montagne tra cui si nascondono i torii rossi e i vari templi. Ho partecipato in prima persona alle festività della città, come il festival di Tanabata, durante il quale le strade brulicavano di turisti. Sentivo gli odori del cibo venduto alle bancarelle, la musica e i suoni che facevano parte di quell’atmosfera festiva.
Mi sembrava di essere seduta in prima fila mentre la ballerina danzava sul palcoscenico, indossando il tipico Yukata, facendo volteggiare un ventaglio, mentre tutto intorno le persone bevevano e chiacchieravano allegre. Ho persino assaggiato la tempura, sentendone la croccantezza e il sapore.
Sono sempre stata lì, a spiare in punta di piedi i protagonisti del romanzo fin dall’inizio, assistevo ai loro sguardi, ai loro discorsi, ero lì persino mentre facevano l’amore, sentendomi quasi in imbarazzo, eppure incapace di chiudere la porta su di loro.

Grazie alla maestria con cui l’autrice descrive le scene e i dialoghi, sono riuscita ad immergermi completamente nella trama fino all’ultima pagina.

Spesso rileggevo e rileggevo intere frasi, intere pagine, perché non volevo che finissero; volevo che restassero impresse nella mia mente, volevo quasi impararle a memoria per paura di dimenticare quegli insegnamenti.

I temi trattati sono toccanti, attuali, interessanti… Si parla di morte e, in particolare, dell’approccio che il popolo giapponese ha verso questo evento che prima o poi toccherà ognuno di noi, da vicino o da lontano. Si parla di vita, di amore che è il motore di tutte le cose, si parla dell’essere « diversi » e dell’accettazione verso se stessi. 

E come in ogni storia, si giunge sempre alla fine, a quell’ultima pagina. E quando si è immersi cosi profondamente in un mondo, diventa davvero complicato uscirne; si fa fatica a spingere quella porta che ti riporta alla realtà, alla tua realtà..
Ma ogni fine è anche un nuovo inizio, e so che, dal momento in cui ho chiuso la copertina del libro, porterò questa storia con me e tutti gli insegnamenti e le riflessioni che ne ho tratto. 

Sei un labirinto dai mille ingressi per me. È facile entrare dentro di te, mi tendi in continuazione la mano. Una volta che sono dentro di te poi mi perdo. E allora resisto, chiudo gli occhi, riprendo i miei passi e in qualche modo ne esco.”
– Laura Imai Messina

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